Hiromi Cake
A Roma la prima pasticceria giapponese
Una linea di gioielli artigianali che appaga vista e gusto
Prati – In uno dei quartieri romani attualmente più aperti dal punto di vista gastronomico, nasce Hiromi Cake: la prima pasticceria tipica giapponese.
Hiromi è il nome della pastry chef che ha aperto un locale con ambientazione da izakaya, ovvero “negozio di sakè dove ci si siede”. Precisione, leggerezza e bellezza, cristallizzate in piccole opere nate per accompagnare la tradizionale cerimonia del tè.
Pluripremiata per l’ecosostenibilità delle sue creazioni, Hiromi è andata nelle piantagioni di mango studiando una linea di dolci dedicata, utilizzando uno degli alimenti più costosi del mercato giapponese.
La pasticceria nipponica affonda le sue origini nell’antichità e tramanda l’amore per le preparazioni che richiedono spesso un’intera giornata di lavoro e fino a 15 passaggi. L’aspetto è fondamentale e questi gioielli artigianali, che devono appagare vista e gusto, hanno conquistato nel tempo anche noi occidentali.
Roma è l’ultima arrivata tra le capitali europee che hanno aperto le porte alla pasticceria nipponica: da Londra a Berlino fino a Parigi, già da tempo sono stati aperti locali con dolci giapponesi, che stanno a metà tra i classici wagashi e gli yogashi, dessert rivisitati, d’ispirazione francese o americana, in cui gli elementi indispensabili sono il riso glutinoso, il tè matcha, la frutta di stagione e la marmellata di fagioli anko.
Un laboratorio in rosa che, oltre alla proprietaria, accoglie altre tre ragazze giapponesi a rifinire e comporre i dolci sotto lo sguardo curioso e attento dei clienti, continuamente spettatori di uno show cooking dal vivo.
Tutti i giorni da mattina a sera oltre alle monoporzioni, si possono ordinare torte, scegliere di sorseggiare caffè bio 100% Arabica, bere un cappuccino matcha, o partecipare alla cerimonia light del tè.