Willy Vecchiattini: pr dell’anno premiato da The Look of The Year.
Un sorriso eternamente stampato sul volto e una passione endemica per la gente. Alberto Vecchiattini, detto Willy, è l’archetipo del PR.
Se dovesse esistere un’idea platoniana dell’ottimismo, avrebbe le fattezze di Willy Vecchiattini. Connettere, è il suo verbo elettivo. Un ciclone con epicentro Ferrara, convogliato verso l’Europa ed il mondo, che ogni tanto torna nella terra d’origine perché “l’animo contadino”, come dice lui, non lo abbandona.
Nessuna paura dei nuovi inizi e delle sfide! Perché?
Immaginatevi un calciatore che arriva al professionismo. Poi appende le scarpe chiodate, all’apice della carriera, per iniziare a fare il vocalist. E approda nei migliori locali d’Europa. Poi smette di nuovo e inizia ad organizzare eventi a cui arrivano, con estrema naturalezza, Reali, attori, attrici, personaggi del jet set. Una vita che pare un film.
Scorre sul binario del possibile passando da attori di fama mondiale a nomi altisonanti della moda, senza la minima forzatura. Non a caso a questo ragazzone dal sorriso contagioso è stato appena tributato il riconoscimento di pr dell’anno da The Look of The Year, concorso di caratura mondiale patrocinato da Elite e John Casablancas (in passato è stato conferito a personaggi come Giorgio Armani, Chiara Boni, Oliviero Toscani, Fausto Sarli e altri talenti della moda e della fotografia).
Com’è nato il soprannome di Willy, rispetto al nome Alberto?
Deriva da William, nomignolo blasonato per la meticolosità principesca con cui organizzo i miei eventi. Hanno iniziato a chiamarmi “il principe” e poi è arrivato William, infine il telefilm “Willy il principe di bel Air” ha chiuso il cerchio.
Segni particolari di Willy Vecchiattini?
Pashminaeternamente arrotolata al collo, sono il debole e ne ho decine; il telefono con una rubrica densa di nomi importanti della musica, dello spettacolo, del cinema, dello sport; e la gioia di vivere.
Come sei approdato nello “stars system”?
Non sono mai stato bello, non sono mai stato ricco, non avevo una posizione di potere e i maggiori ostacoli li ho avuti agli esordi. Nessuno credeva in me, il mio successo vero è iniziato al di fuori del mio territorio.
Dopo l’infanzia passata a giocare a calcio e l’approdo in serie A, ho capito che dare calci a un pallone non racchiudeva tutte le valenze esperienziali che il mio spirito avido di vita desiderava.
Il mio dna da pr affiorava già allora con il suo codice genetico frizzante.
Giocavo in una squadra importante, mi conoscevano tutti, iniziai a organizzare feste dove portavo 400, 500 persone alla volta, a Bologna. E’ durante uno di questi happening che conobbi due art director importanti, organizzatori di eventi di livello altissimo. E caso volle che a Riccione approdò un cantante famoso, MC Hammer. Nell’intervallo tra una performance e l’altra mi mise in mano il microfono svelando il potenziale del vocalist nascosto in me.
E da lì, nel mondo dove “Impossible is Nothig”, quello del pensiero positivo e della capacità di attrarre a se il bello, mi si aprì un’altra porta magica. Spalancata su otto anni di tour in giro per l’Europa: dal Buddha bar di Parigi al Ministry of Sound di Londra, dal Paradise di Mykonos ai migliori locali di Formentera e Ibiza.
Luoghi dove la caratura degli eventi era siderale. E la domanda che mi porsi sorse spontanea: visto che canto, conosco tutti, potrei anche organizzare eventi in location come queste. Detto e fatto.
Iniziano ad apparire griffe come Balenciaga e Balmain, gruppi come LVMH, numi tutelari della moda come Armani e Valentino.
Una volta mi sono ritrovato a una festa i membri della casa Reale spagnola. Cercavano un party a cui andare e sono venuti al mio. Ho ancora la lettera di ringraziamento che mi hanno spedito il giorno dopo.
Memorabile, anche il giorno in cui, al Festival del Cinema di Venezia approda un attore importantissimo, insoddisfatto dell’outfit che vorrebbero proporgli. Hanno chiamato me chiedendomi una mano e ho provveduto a vestirlo. Ed è così che Alberto Vecchiattini si ritrova a onorare con capi degni le fattezze di Nicole Kidman, Robert de Niro, Al Pacino, Renée Zellweger, Dita von Teese, Dionne Warwick.
Prerogativa di Mr. Willy Vecchiattini?
La mia prerogativa è quella di conservare sempre un animo fanciullo. Sogno ancora, ogni giorno, perché mi piace quello che faccio”. E la vita, i sognatori, li premia sempre.
La sua agenza, MCV, creata insieme a professionisti della comunicazione e della moda, si affianca alle aziende per costruire progetti di valore e aiutarle a diffonderli. L’ultimo goal Willy Vecchiattini l’ha segnato nel cinema, quando il regista Giuseppe Ferlito, a sorpresa, gli ha fatto un provino e lo ha inserito nel film Infernet.
“Abbiamo appena finito le riprese e mi sono visto arrivare altre due proposte. Ma io non faccio l’attore, è un mestiere che richiede preparazione. Sono esperienze in cui mi tuffo per apprendere e crescere”. E intanto che attendiamo di vederlo sul grande schermo, Willy Vecchiattini sta già scrivendo la sceneggiatura della prossima sfida…