Grandi cuochi: Gennaro Esposito e il Ristorante La Torre del Saracino
Gennaro Esposito è uno degli chef più talentuosi della cucina italiana.
Benedetto dal “fuoco sacro” dell’arte culinaria già all’età 15 anni, nel 1991, apre il suo primo ristorante con Vittoria Aiello.
Non soddisfatto appieno del risultato decide di sottoporsi a quattro mesi di stage da Vissani.
Nascono subito dopo alcuni piatti che hanno fatto la sua fortuna come, la parmigiana di pesce bandiera o la zuppetta di ricotta di fuscella con le triglie.
Nel 2001 la prima stella Michelin e l’esperienze al Luigi XVI a Montecarlo ed al Plaza Athénée a Parigi.
In Francia impara che i risultati sono figli di un ordine mentale, che prevede la creatività che si traduce in rigore e disciplina, tutto ben dosato, come gli ingredienti di un grande piatto.
Nel 2003 arriva il riconoscimento delle Tre Forchette del Gambero Rosso, una prestigiosa classifica che lo vede al vertice fino ad oggi. La seconda stella Michelin nel 2008.
La Torre del Saracino, il suggestivo locale ai piedi della montagna del Faito, con il mare del Golfo di Napoli all’orizzonte, non è altro che l’espressione concreta della vita di Gennaro Esposito, l’esempio di come si possa mettere in piedi un meccanismo a orologeria, in continua evoluzione, conservandone calore e spontaneità.
Spazi eleganti e funzionali, dominati da una torre saracena, caratterizzati da ottimo livello di professionalità. Alla raffinatezza dell’ambiente, fa eco la squisita e ricercata semplicità delle proposte, che premiano un’esaltante materia prima. Quest’ultima, unita alla sua sensibilità, gli consente accostamenti audaci e risultati meno scontati. Paste artigianali, pesce freschissimo, verdure locali per piatti che soddisfino i sensi e la mente.
Le sue radici, assolutamente non secondarie, convivono in perfetta armonia con alcuni ingredienti inusuali per la sua regione. Così nella fonduta di provolone del monaco con uovo pochè e copertura di tartufo bianco si sposano uovo e tartufo e una crema di formaggio atipica, di contrasto, ed incastro, con la dolcezza e l’aromaticità degli altri due ingredienti.
Vico Equense ritorna prepotente in alcuni dessert, primo tra tutti la passeggiata vicana, dove, in un bicchiere, si incontrano tre protagonisti del territorio: olio, limone e noci. Al momento di scegliere cosa bere, troverete una carta dei vini che spazia ben oltre la pur ricca e interessante selezione campana e nazionale.