Project Zero: il futuro dell’elicottero.
Presentato al Salone Internazionale dell’Aeronautica di Le Bourget (Parigi) il primo convertiplano ecocompatibile al mondo a decollo verticale, facente parte del progetto denominato Project Zero, costruito da AgustaWestland, il colosso italoamericano in campo elicotteristico.
Lanciato nel 2010 e poi sviluppato, prodotto e collaudato in volo, in appena 12 mesi, “Project Zero” è frutto del lavoro congiunto di diversi team di specialisti, guidati da James Wang, vice president R&D di AgustaWestland, società di Finmeccanica, insieme a diversi partner internazionali e centri di ricerca ripartiti in Italia, Regno Unito, Stati Uniti e Giappone. Al progetto hanno partecipato anche altre società’ del gruppo Finmeccanica come Selex ES, Ansaldo Energia e Ansaldo Breda mentre le linee esterne e l’aspetto avveniristico sono state realizzati da Bertone.
Costruito in larga parte in compositi, il “Project Zero” ha un’apertura alare di circa 13 metri e un peso di molte centinaia di chili e si presenta come un’ala gigante che integra due rotori basculanti integrati nella fusoliera ad alimentazione elettrica e collegati a batterie ricaricabili.
L’aeromobile combina la flessibilità dell’elicottero (decollo e atterraggio verticale e volo a punto fisso, ali esterne rimovibili) e le prestazioni dell’aereo (velocità di crociera, alta quota e ampio raggio d’azione): giunto in quota, i due rotori possono girare di 90 gradi sul loro asse orizzontale, come un aereo con eliche posteriori. Tutti i sistemi e il carrello sono alimentati elettricamente, senza componenti idraulici.
“Project Zero”, presenta molteplici vantaggi per la sicurezza e la riduzione dell’impatto ambientale, a conferma dell’impegno di AgustaWestland nel sviluppare soluzioni eco-compatibili. Esso ha una ridotta traccia acustica e termica e in volo non richiede ossigeno, cosa che permette anche di volare in condizioni di pesante inquinamento o contaminazione, come nel caso delle eruzioni vulcaniche.
Altre caratteristiche : la possibilità di ricaricare le batterie a terra, inclinando i rotori, lasciando che il vento li faccia girare come mulini a vento. La prossima evoluzione potrebbe essere la propulsione ibrida diesel-elettrica, che consentirebbe di superare la limitata durata delle batterie ai polimeri di litio e per la quale sono già presenti gli scarichi.