THE HIGH LINE.
Una combinazione perfettamente riuscita fra natura e architettura, che mette a confronto, integrandoli, il verde con il costruito in una delle metropoli più note del mondo: New York.
New York non finisce mai di stupire, con i suoi progetti improbabili che poi però quasi per magia diventano concreti. E’ il caso della High Line, un parco urbano che sembrava irrealizzabile, e che invece è diventato un punto di riferimento per architetti e paesaggisti.
La High Line è un ex linea ferroviaria sopraelevata, costruita negli anni ’30 e abbandonata cinquant’anni dopo. Il recupero venne affidato agli architetti paesaggisti James Corner Field Operation insieme allo studio di architettura Diller Scofidio & Renfro e grazie alla loro opera è stato possibile sia rivalutare quel territorio nonchè ricollocare quegli spazi adibiti a vecchie industrie e magazzini trasformandoli in gallerie d’arte, studi di design, negozi, ristoranti, musei e abitazioni.
Ciò ha permesso di creare una forte sinergia fra il nuovo e inconsueto parco e gli artisti, i designer, i collezionisti e i galleristi della zona.
Il parco è lungo poco più di 2,4 chilometri e attraversa gli edifici del lato ovest del Meatpacking District, dal West Chelsea e di Clinton/Hell’s Kitchen, tre fra le aree più dinamiche di Manhattan sovrapponendo una striscia di verde sul trafficato asfalto metropolitano.
Al suo interno, la combinazione dei percorsi con il verde è arricchito da un arredo fatto di sedute fisse e mobili su rotaie, illuminazione notturna e altre particolarità, che talvolta ricreano le suggestioni della linea ferroviaria. La pavimentazione è composta da assi di cemento prefabbricato, disposte con giunti aperti per favorire la crescita di piante selvatiche lungo il percorso.
Il verde della High Line prende spunto infatti dalla vegetazione che, in decenni di abbandono, ha avuto il sopravvento. Molte delle piante che originariamente erano cresciute sui binari abbandonati sono state incorporate nel progetto del paesaggio. E la varietà delle specie (circa 210) regala colori diversi in funzione dei periodi di fioritura creando sempre nuove atmosfere durante l’anno.
Le lunghe unità di pavimentazione terminano secondo linee affusolate, che si confondono fino a sparire nelle parti lasciate a verde. In questo modo si crea un paesaggio intessuto e senza un percorso definito, in cui le persone possano muoversi secondo tragitti non prestabiliti.
La High Line rappresenta un esempio di paesaggio integrato e il suo carattere post industriale si armonizza perfettamente con la modernità urbana.