Benessere relazionale: come persone, noi siamo relazioni.
Nello scorso articolo abbiamo affrontato il tema delle relazioni sentimentali, della necessità di trovare un connubio psico-emotivo tra le due facce dell’amore: Eros, la passione divorante ed Agape, l’affetto profondo ed abbiamo individuato come, la difficoltà di vivere con equilibrio le nostre relazioni, spesso passionali e sofferte oppure in fuga da legami intimi, ponga le sue radici nei rapporti ancestrali della nostra infanzia. Vediamo in che modo…
Esiste una grammatica ed una sintassi – strutture e regole – delle relazioni emotive di cui siamo in gran parte inconsapevoli e che, tuttavia, hanno un effetto determinante sul modo in cui sentiamo noi stessi e coloro che amiamo e odiamo, modo che – come un linguaggio – abbiamo appreso nella nostra famiglia, dalla quale derivano le nostre idee, vissuti, timori, con cui abbiamo sempre dovuto fare i conti, spesso senza comprenderne né il senso, né l’origine, vivendoli come un dato di fatto capitato nella nostra storia, proprio come lo sono i nostri genitori e le nostre caratteristiche fisiche.
Questa eredità è un qualcosa che condiziona le nostre scelte, i valori e il nostro modo di porci nella realtà e del quale è necessario prendere consapevolezza per aumentare la nostra libertà personale. Tale necessità diventa ancor più pregnante nel momento in cui si decide di diventare genitori: solo se siamo consapevoli della nostra eredità psicologica possiamo scegliere di valorizzarla nei suoi aspetti positivi per trasmetterla ai nostri figli e di rifiutarla ed accantonarla, nei suoi aspetti negativi.
Tante persone, invece, diventano genitori mentre stanno ancora facendo i conti con le traversie del proprio passato, senza aver elaborato le proprie ferite, i propri abbandoni e quei deserti interiori che ne hanno congelato lo sviluppo emotivo o bloccato l’autonomia, incapaci di garantire ai propri figli un rapporto basato sulla reciprocità, il rispetto e la valorizzazione dell’alterità e dell’intimità, in cui vengano gratificati e soddisfatti i bisogni del bambino, compromettendone lo sviluppo cognitivo ed affettivo e determinando l’insorgenza di ferite nella sua evoluzione e sofferenze su vari piani.
Sofferenze soprattutto relazionali, che ci accompagnano nella vita, determinando la nostra identità e, ovviamente, condizionando i nostri futuri rapporti, compromessi da un incontro primordiale che, se ferito, lascia cicatrici più o meno dolorose e differenti a seconda del tipo di insicurezza che abbiamo esperito.
Sono state individuate quattro diverse aree che corrispondono ad altrettante tipologie di relazioni genitore-figlio possibili, i cui nomi richiamano i vissuti, le emozioni, i sentimenti di fondo e le risorse personali prevalenti che accomunano chi vi appartiene: -area del benessere e della sicurezza -area della solitudine -area della dipendenza -area della confusione e della discontinuità.
Dal prossimo numero, inizieremo l’esplorazione delle varie aree, indagando, per ognuna di esse, quali siano stati, fin da bambini, i sentimenti provati ed i bisogni negati o soddisfatti in modo totale, parziale o inappropriato.