Psicologia e benessere: non posso vivere con te né senza di te… ovvero la dipendenza affettiva.
EXCELLENT
La dipendenza affettiva.
La dipendenza affettiva, non considerata ancora un vero e proprio disturbo mentale, viene percepita come una caratteristica della personalità, un modo di essere, presente fin dall’infanzia nel rapporto con i genitori e rintracciabile nella vita adulta in rapporti di varia natura, ma in maniera preponderante, in quello di coppia. Principalmente declinato al femminile, vede le donne colpite da questa forma di dipendenza come donne molto fragili, alla continua ricerca di un amore gratificante, di fronte al quale si sentono sempre inadeguate. Esse hanno difficoltà a dare valore al proprio benessere, perdendo consapevolezza del concetto di “amor proprio” e scegliendo di vivere una relazione solo in termini di troppo amore. Il concetto di troppo amore è stato brillantemente esplorato per la prima volta dalla psicoterapeuta americana Robin Norwood, all’interno del suo libro “Donne che amano troppo” (Feltrinelli, Milano, 1989). Secondo la Norwood, amare troppo non significa amare molti uomini o amarne uno in modo troppo intenso o profondo: significa misurare l’altezza del proprio amore dalla profondità dei propri tormenti. Significa non poter stare con una persona per il male che ci procura tradendoci, umiliandoci, maltrattandoci, ma, al contempo, non poter vivere senza quella persona, come una vera e propria dipendenza, dalla quale non ci si può liberare. Queste donne, spesso, scelgono partners problematici, portatori a loro volta, di altri tipi di dipendenza (droghe, alcol, gioco d’azzardo ecc…) continuando a negare, in questo modo, i loro bisogni, a discapito del proprio benessere, per privilegiare quello del partner: io ti salverò, diventa un doppio alibi, perché non solo non si pensa a se stesse, ma l’aiuto fornito è un aiuto malato, in cui si rafforza la dipendenza dell’altro, affinchè possa essere sempre nostro. Sebbene ci sia forte incompatibilità, mancanza di rispetto, progetti di vita diversi, uscire dalla relazione, per chi è affetto da questa dipendenza, è impensabile, perché più forte di qualunque altra cosa è la paura del cambiamento, che diviene paralizzante. Affrontare una psicoterapia offre la possibilità di ricercare il significato e le cause che stanno alla base di queste scelte relazionali patologiche, garantendoci una relazione sana con un interlocutore che può accettarci per come siamo realmente, senza timore di alcun giudizio, per permetterci di intraprendere la strada dell’autonomia e della maturità affettiva. Nel prossimo numero parleremo di Eros e Agape: le due facce dell’amore.